Sweet Dream

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=Scorpiondeathlock=
00lunedì 11 giugno 2007 14:49
“Forse mi sono allontanato un po’ troppo..”

Boden, Svezia.

La consueta corsa di resistenza di Goldberg si era prolungata un po’ troppo questa volta.
Ormai era abbastanza conosciuto ai pochi residenti del luogo, dato che per molte volte non aveva seguito il percorso tracciatogli dal titolare dell’Hotel che l’ospitava, e spesso si era trovato lì, abbandonato a se stesso in mezzo a quel paesaggio mistico e glaciale.
Per chi non l’avesse saputo gestire, quel luogo poteva divenire un inferno di ghiaccio, il capolinea dell’esistenza, una tomba naturale e di cristallo.

“Vediamo se riesco a trovare qualche anima pia qui intorno..”

Oltre alla non perfetta conoscenza del luogo, Bill aveva di contro anche una fittissima nebbia che rendeva quasi impossibile la vista. Il suo raggio di visuale si era ormai ridotto ai pochi metri di distanza dal palmo del suo naso.

“Sta per calare la notte.. meglio trovare un posto sicuro per passare la notte.”
Bill continua la sua marcia nella speranza di trovare qualche altro uomo al quale chiedere informazioni o pernottamento.

Le tenebre inizia poco a poco a prendere possesso del giorno;
La luna si alza fiera e maestosa in cielo e risplende su tutto il paesaggio dando sfumature sinistre ad ogni oggetto che venga colpito dalla sua luce.



Ma Goldberg non prova timore, anzi, ne è affascinato, tanto che per alcuni minuti resta in silenzio ad osservarsi intorno ed ad ammirare quei tetri alberi..

“Dio.. possibile che non ci sia nessuno nel raggio di 50 miglia?!”
Bill iniziava ad avvertire il freddo di quella notte sulla sua pelle.
Esso iniziava ad avvolgere il suo corpo dolcemente, come una ninfa che piano piano fa perdere i sensi agli ostili viaggiatori che si inoltrano nel bel mezzo del nulla nonostante le condizioni avverse.
Il freddo inizia a fare effetto.. gli occhi di Bill a fatica restano aperti e il sonno poco alla volta prende possesso della persona di Goldberg.

“Devo muovermi.. non posso passare la notte all’aperto.. questo freddo potrebbe uccidermi..”

Le labbra dell’ex campione WWE e wCw erano anch’esse vittime del freddo, erano quasi completamente ghiacciate e Bill a fatica pronunciava quelle poche che servivo a tenere ancora lucida la sua mente; quando ad un tratto, come una visione maestosa, si presenta agli occhi di Goldberg un castello, che per molti tratti aveva del surreale

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“Grazie a Dio… finalmente.. “
Con le poche energie rimaste Goldberg si avvicina all’immenso portone che precludeva l’accesso al castello.
Su di esso vi erano incisi numerose figure, tra di esse Bill poteva distinguere quelle che potevano simboleggiare delle anime dannate. Sopra tali anime dominavano dei cavalieri che ricordavano molto i cavalieri templari dell’epoca crociata.
Tali fanti erano completamente d’oro e davano a Goldberg una sensazione di potere assoluto.

Distaccato lo sguardo da quel magnifico portone Bill si apprestava a bussare quando esso, ad un tratto, si aprì da solo..

“E’ permesso?”
....

Nessuna risposta. Bill allora decide di entare.
“Volevo chiederle se era possibile passare la notte qui dato che fuori si ge… MA CHE DIAVOLO?!”

Una volta entrato nel castello Goldberg si accorge che non c’è altro in quell’edificio; non c’è altro in quel luogo oltre al Night Club di Atlanta che tanto fortuna portò a Goldberg.
E’ infatti lì che Goldberg incontro’ Diamond Dallas Page il quale lo avevo spinto ad entrare in wCw. E per incanto lo stesso Dallas era lì, seduto su di uno sgabello, a sorseggiare il suo martini da solo al bancone del bar.

“Page! Vecchio bastardo!”

DDP si voltò di scatto: “ Bill! Quanto tempo!”

Dopo un sonoro abbraccio DDP invitò Goldberg a sedersi al suo fianco e a bere qualcosa con lui.

“In realtà non potrei.. sto seguendo un allenamento specifico per ritornare in forma il prima possibile.. ma diavolo, un drink non si rifiuta mai!”

Sul volto di Goldberg si era stampato un grande sorriso mentre DDP era rimasto serio, anzi, ora era aveva l’aria molto preoccupata.

“E’ per tornare in forma in vista di No Mercy.. esatto?”
Bill aveva già buttato giù un sorso di quell’ottimo Scotch che gli era stato servito.

“Si.. Austin è un avversario duro e richiede il miglior Bill Goldberg.”

DDP era ancora serio, forse ancora più tetro e pensoso di prima.
“Page.. non lasciarmi così nel dubbio. Fammi sentire la tua voce. Dai libero sfogo ai tuoi pensieri. Che i demoni a me intorno abbiano pietà di me che non li temo e ho pietà per te soltanto;parlami ;sdegnati se vuoi, ma parlami ;dimmi non so che cosa ; fa ch'io ti senta una volta ancora!”

“Vedi Bill.. credo che tu non abbia appreso appieno la tua situazione.
Credo che tu non sia perfettamente conscio di cosa rischi..
Io Austin l’ho incontrato diverse volte.. ci ho parlato.. e anche guardandolo fisso negli occhi puoi capire quanto sia grande la sua determinazione e quanto sia grande la sua forza.
Bill, per me sei come un fratello. Lo sai bene. Che Dio mi perdoni! Dio abbi pieta della mia povera anima! Mi pento Bil! Mi pento d’averti messo in questa situazione! Mi pento d’averti fatto entrare in questo business!
Ti conosco e il mio bene per te è immenso, ed è lo stesso bene a parlare in questo momento! Bill, rinuncia finchè sei in tempo! Scappa finchè ne avrai l’occasione! Torna da tua moglie, cresci con sani principi e da grande uomo quale sei tuo figlio! Non lasciare una donna vedova e un figlio preda delle peggiori disgrazie! Dio solo sa quanto rischi Bill… lo sa lui e lo so io! Ma la tua testardagine e la tua determinazione ti spingono spesso ad affrontare avversari troppo forti, a scontrarti per traguardi troppo lontani, a farti prefigere obiettivi non realistici! Io ti guardo settimana dopo settimana a SmackDown e vedo la tua sofferenza, la tua difficoltà. Percepisco il tuo odio e la tua rabbia ma non lasciare che essi ti logorino troppo e ti portino a gesti troppo avventati! Hai ancora due settimane prima del grande PPV! Lascia Bill! Abbandona! Scegli la vita invece dell’orgoglio!”


Goldberg aveva ascoltato le parole di DDP in silenzio.
Non si era neanche mosso.
Il silenzio domina quell Night Club; le ragazze presenti erano ormai sparite insieme ai clienti.



Il solo fragore provocato dalla rottura del bicchiere di Goldberg aveva squarciato quell’atmosfera carica di emotività e di tensione.
La mano di Goldberg iniziava a sanguinare.
Il vetro si era conficcato nella sua pelle e aveva aperto ampie ferrite sulla sua mano destra.
Il sangue sgorgava in grande quantità e si posava dolcemente sul bancone del bar.

Goldberg: “ Tu.. tu.. chi diavolo sei?”

“Ma come Bill io sono il tuo vecchio amic..”

“NO! Diavolo no! Tu non sei affatto DDP!”

“Ma dai Bi..”


“Zitto adesso! Non posso ascoltare le tue parole cariche di veleno! Io non posso lasciare tutto adesso! Io non voglio lasciare! Io voglio Austin! Lo voglio su quell ring e lo voglio distruggere! Sono conscio che ora sono soltanto una preda vulnerabile ma tu neanche puoi immaginare quanto sia grande la mia determinazione e il mio odio!

Mi alimento di dolore
La sofferenza è il mio unico credo
La toruta del mio corpo è la mia liberazione da questo supplizio!
L’agonia e la disperazione sono parte integrante di me
Il tormento è la mia corce e la desolazione ha portato in suo potere la mia mente!
L’ira mi offusca il pensiero, ma è la stessa unita all’odio che mi conferiscino grinta e determinazione!
Non m’importa se le chance di vittoria sono poche..
Non m’importa se a No Mercy avrò di fronte anche il Diavolo in persona ..
Ma Austin, da quell ring, non ne uscirà vivo, te lo prometto chiunque tu sia!


“Il dado è tratto Bill… ha preso una decisione.. ora vediamo se risci ad imporla…”

“E’ sveglio! Cara è sveglio! Lo straniero ha aperto gli occhi!”

“Ma che diavolo.. chi sei tu?”

“Ti ho trovato nel bosco, seduto sotto un albero, agonizzante e quasi completamente assiderato e ti ho portato qui!”

Goldberg con uno scatto ripentino alza il capo e osserva la stanza tutto intorno.
E’ una normalissima e semplice casa costrutia intregramente con il legno.
Una tipica casa Svedese.

“ Ma DDP? E il castello?”

“Cosa dici straniero? Forse lo avrai sognato, qui non c’è nessun castello ne tantomeno conosco uomini con tale nome!”

“Quindi era tutto un sogno.. “

“Ora aspetta qui che prendo le garze pulite per la tua ferita.

Goldberg: “Quale ferita?”

“La tua mano sanguinava quando ti abbiamo trovato, all’interno ho trovato delle schegge di vetro…”
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